Fonte: irog.it del 06-10/2025
Negli ultimi mesi si sta assistendo a un fenomeno sempre più preoccupante: la chiusura progressiva dei negozi nei centri storici delle città venete. Un processo che non è solo economico, ma anche sociale e culturale. Ogni serranda abbassata è una luce che si spegne, un presidio di vita e relazione che scompare, un pezzo di identità che si perde.
“È un grido d’allarme che non possiamo ignorare” – dichiara Fabio Bui, dei Popolari per il Veneto – “Se i nostri centri storici diventano deserti commerciali, perdiamo la loro funzione di piazza viva e inclusiva, dove le persone si incontrano, si confrontano, si riconoscono come comunità. Non si tratta solo di economia, ma di coesione sociale e sicurezza.”
Le cause di questa crisi sono molteplici, quali la concorrenza crescente dell’e-commerce, i costi di gestione insostenibili per piccoli esercenti, la mancanza di politiche di sostegno dedicate e il calo demografico e di attrattività dei centri cittadini.
Per contrastare questo declino, i Popolari per il Veneto avanzano alcune proposte concrete ovvero un piano straordinario di incentivi regionali e locali per chi apre o mantiene un’attività nei centri storici, con agevolazioni fiscali e contributi a fondo perduto. Inoltre è necessaria la riduzione delle imposte locali (IMU, Tari) per i negozi di vicinato, in particolare per le microimprese familiari. Non da meno le necessarie e non rinviabili reali politiche di mobilità e accessibilità: parcheggi di servizio, trasporto pubblico agevolato, percorsi pedonali più sicuri.
“Non possiamo lasciare soli i nostri commercianti” – conclude Bui – “Difendere i negozi dei centri storici significa difendere l’anima delle nostre città e la qualità della vita di chi le abita. I Popolari per il Veneto ci sono e chiedono che questa diventi una priorità politica regionale.”

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