È inspiegabile come un vincolo su un “rudere” blocchi da oltre un decennio l’apertura della grande vasca di laminazione di un milione di metri quadrati di acqua a nord di Riese Pio X, mettendo in sicurezza “definitivamente” i Comuni della Castellana e del Padovano attraversati dal torrente Muson dei Sassi. Basta, è ora di intervenire e risolvere il problema».
L’ ex presidente della Provincia e sindaco di Loreggia Fabio Bui conosce bene il problema provocato dal maltempo per quanto concerne il torrente Muson dei Sassi. Dopo l’ennesimo spavento provocato l’altra notte da una piena che «toglieva il respiro» pensando ai danni causati dall’acqua a Castelfranco Veneto e alla rottura dell’argine di fine maggio all’altezza di Camposampiero e Rustega, Bui interviene per sollecitare una risoluzione alle reiterate emergenze ambientali: «Oggi per il vincolo, ieri per proteggere le nutrie, prima ancora per ascoltare le tesi di “fantomatici ambientalisti” che per lo più vivono beatamente “lontano dalle sponde”, spesso per la difficoltà cronica di concertazione tra i vari enti sostiene – questo territorio sta patendo una quantità di danni insopportabile per chiunque. Le vasche di contenimento dell’acqua- sottolinea l’ex presidente – sono l’unica e concreta soluzione alle improvvise piene. Urgenti ancor più degli interventi di rinforzo degli argini che possono essere programmati secondo le risultanze dello studio tomografico agli atti da qualche anno».
Per Fabio Bui se l’acqua non viene trattenuta a monte, il Muson dei Sassi che è un torrente artificiale edificato nell’epoca della gloriosa Serenissima per trasportare i tronchi dalla Pedemontana a Venezia, si trasforma con crescente frequenza in un micidiale pericolo. «I cambiamenti climatici che pur esistono e vanno considerati non possono rappresentare un alibi all’inerzia – afferma – e non può nemmeno più reggere la questione della mancanza di fondi, perché i danni patiti in questi anni sono di gran lunga superiori a ciò che si sarebbe speso con una programmazione costante degli interventi».
Bui infine lancia un appello ai sindaci del territorio di fare “squadra” per mettere in sicurezza il Muson: «Oggi “senza se e senza ma”, la Regione deve poter intervenire senza vincoli rispetto alla realtà oggettiva – conclude Bui – e, se la legge ordinaria risultasse incompatibile con l’urgenza degli interventi, si valuti la possibilità di nominare un commissario straordinario che decida e faccia, che dia tempi certi e sostanza agli interventi progettati che giacciono nei cassetti da troppo tempo. Non è più il tempo di polemiche o di rimpalli di responsabilità o di equilibrismi politici: è “il tempo delle opere” e non delle parole».
Fonte: Il Gazzettino di Padova del 29/06/2024 – di Luca Marin