Il centro storico di Padova, simbolo di storia e tradizione, sta subendo una trasformazione preoccupante. Le chiusure continue dei negozi non rappresentano solo una crisi economica, ma denunciano una mancanza di visione strategica verso il tessuto commerciale locale. I piccoli negozi, da sempre cuore pulsante della città, sono messi in ginocchio da affitti insostenibili, concorrenza dell’e-commerce e una gestione inefficace delle zone a traffico limitato».
Ad entrate nel dibattito sul commercio è Fabio Bui dei Popolari per il Veneto, ex presidente della Provincia di Padova. «Le istituzioni sembra che continuino a ignorare il problema, nonostante le richieste di aiuto dei commercianti. Servirebbero incentivi fiscali e misure più concrete per riportare i cittadini in centro, ma l’indifferenza sta lasciando spazio solo a grandi catene e speculazioni immobiliari la cui cementificazione e eccessiva presenza rischia ulteriormente di accecare il commercio extra-alimentare in cui – prosegue Bui – negozi di altra natura non alimentare potrebbero invitare all’abbandono del “dentro le mura”. La chiusura dei negozi non impoverisce solo l’economia locale, ma anche il tessuto sociale e culturale, svuotando il centro della sua vivacità e creando così potenziali nuove aree di degrado o dedite ad attività illecite».
«Un incentivo alla digitalizzazione dei piccoli negozi, aiutandoli a competere con le grandi piattaforme online, può essere da subito possibile con la creazione di un portale e-commerce cittadino che riunisca i negozi locali in un’unica piattaforma, permettendo loro di vendere online senza dover affrontare da soli i costi e la complessità della digitalizzazione. Necessaria, quindi, – puntualizza l’esponente dei Popolari per il Veneto – anche una gratuita e attuale formazione digitale per commercianti, con corsi su marketing online, social media, gestione degli ordini e strategie per fidelizzare i clienti. Una formazione la cui teoria e retorica sia bandita ma che si focalizzi anche sul Value Selling che molti ignorano essere una arma e strategia di rilancio del centro città e dei locali negozi in difficoltà. Vanno ascoltate le esigenze dei commercianti e agire con urgenza per evitare che il cuore della città continui a svuotarsi. Serve una visione di lungo termine che miri a proteggere e valorizzare il tessuto economico e sociale locale, altrimenti – conclude Bui – anche Padova rischia di perdere la propria identità, diventando un luogo anonimo e privo di vita la cui unica Urbs Picta sarà lo scatto d’una immagine sbiadita e scolorita».
«L’impressione è che stia saltando il patto e l’armonia tra istituzioni che si era consolidato a Padova. Una, ma non l’unica delle cause, va ricercata nella inopportunità di concentrare i poteri di più Enti su un’unica figura, evitando così che le pressioni o scelte di natura partitica vengano anteposte alle scelte di natura operativa che vanno sempre concertate – chiude Bui – .Ecco perché oggi diventa quantomai necessaria la riforma delle Provincie, riaffidando ai cittadini la scelta diretta dei loro rappresentanti e evitando così episodi come quelli che si sono segnalati a Padova, Camera di Commercio prima e Università ora».